Scrivo per professione, ma qui lo faccio per amore. Esattamente come pratico. Lo yoga è entrato nella mia vita in punta di piedi, un bel po’ di anni fa, e non ne è uscito più. Avendo un background nella danza, amo molto anche il lavoro sul corpo e la creatività della pratica, senza però dimenticare, come diceva Patanjali, che yoga chitta vritti nirodha, “Lo yoga contiene le divagazioni della mente”. E la mia, di mente, è bella frenetica, ma nei respiri e nelle asana trova spazio per rigenerarsi. Amo esplorare la nuova dimensione globale dello yoga, tra sfaccettature inedite e zone d’ombra. Ma anche assaporare i benefici dello studio e della pratica, giorno dopo giorno. Ho fatto Immersion e Teacher Training Anusara con i maestri Piero Vivarelli, Caterina Cortellini, Alberto Vezzani, Andrea Boni e Alessandra Di Prampero. Vivo e insegno a Bologna.
(un trikonasana al tramonto mi fa felice)
ciao scusami ma non posso leggere questo: yoga chitta vritti nirodha, “Lo yoga contiene le divagazioni della mente”.
Lo yoga non contiene le divagazioni della mente (scusa ma che senso avrebbe?!) in realtà questa è una frase che ha tante interpretazioni, credo che la più veritiera e corretta sia senza dubbio quella di Federico Squarcini nella nuova traduzione Yogasustra ed. Enaudi (se puoi leggila,ti apre un nuovo mondo):
Yoga è il metodo che volge all’arresto definitivo del vorticoso plesso delle cognizioni (cittavrtti e non chitta vritti).
Credo che prima di citare queste cose bisognerebbe “masticarle” bene. Patanjali è arrivato al dunque, un pò prima di tutti quelli che hanno scritto “della mente e del suo acquietamento” pure di Spinoza…
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Hai ragione, divagazioni non è un buon termine, è fin troppo morbido per indicare quei vortici di cui parlava Patanjali. Mi sono presa una licenza poetica, con lo stesso spirito – quello di un’apprendista, di uno studente, di chi procede a piccoli passi e vuole condividere riflessioni e intuizioni, non certo insegnare niente a nessuno – con cui è fatto tutto il blog, e ancora di più la rubrica di YJ che mi pare tu citi. Grazie anche per la segnalazione della traduzione di Federico Squarcini.
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